L’Unione europea: “Non ci sono violazioni rispetto ai principi comunitari sull’economia circolare”
La sezione veneziana di Italia Nostra critica pesantemente la decisione della Regione di autorizzare Ecoprogetto (società controllata da Veritas) a utilizzare direttamente per produrre energia il Combustibile derivato dai rifiuti (Css), prodotto a Fusina dal trattamento del rifiuto secco residuo raccolto nel nostro territorio.
Italia Nostra tira in ballo l’Unione europea e definisce la scelta di autorizzare l’impianto come “contraria alla direzione indicata dalla Comunità europea in tema di economia circolare”.
Italia Nostra ignora che con il documento CM\1210866EN del 24/7/2020, la Commissione per le petizioni del Parlamento europeo – in risposta alla richiesta di un’ex consigliera regionale – ha dichiarato che “Sulla base delle informazioni fornite dal firmatario, la Commissione non rileva una violazione della legislazione dell'Unione europea sui rifiuti”.
Italia Nostra sostiene inoltre che la valorizzazione energeticamente dei rifiuti (cioè la loro trasformazione in energia, invece che il collocamento in discarica) “presenta ricadute positive per chi la gestisce, con guadagni immediati e senza grandi prospettive di innovazione”.
Dispiace che Italia Nostra sia caduta nella trappola della disinformazione prodotta da chi occupa gli impianti di Porto Marghera, predicando concetti mal indirizzati e impedendo la normale funzionalità del servizio pubblico di raccolta e smaltimento di quei rifiuti urbani prodotti certamente anche da questi sedicenti ambientalisti.
In realtà, il primo e importante vantaggio che porterà l’utilizzo del Css nell’impianto di Fusina, sarà a favore dei cittadini e delle imprese del territorio dove Veritas gestisce il ciclo dei rifiuti (i 44 Comuni della Città metropolitana di Venezia e Mogliano Veneto), che eviteranno così di vedere le proprie bollette schizzare verso l’alto.
Ma non solo, perchè il nuovo impianto consentirà di applicare la corretta gerarchia dei rifiuti (come testimoniato dall’Unione europea che si perfino espressa positivamente in merito) e di gestirli in modo responsabile e secondo le migliori tecniche ambientali invece che esportarli altrove, facendo aumentare le bollette di imprese e cittadini di quel 6% annuo che qualcuno già lamenta senza prima essersi adeguatamente informato.
Il primo aumento delle bollette del 2021 (e senza l’impianto anche quelli dei prossimi anni) è infatti causato da chi si è intestato la vittoria di aver rallentato l’iter di approvazione dell’impianto di Fusina, invece essenziale per rendere autosufficiente il ciclo dei rifiuti urbani del nostro territorio che, fino al 2018, veniva chiuso nella vicina centrale a carbone dell’Enel, ormai ferma.
Infatti, come ormai tutti sanno, l’unico scopo dell’operazione è trovare una collocazione per il rifiuto secco residuo trasformato da Veritas in Css e fino all’anno scorso appunto utilizzato nella centrale termoelettrica dell’Enel, Andrea Palladio di Fusina. Dallo scorso anno, questa centrale (che utilizzava oltre un milione di tonnellate di carbone e solo le 60.000 tonnellate di Css prodotte da Veritas) è chiusa perchè deve essere riconvertita a metano.
Queste 60.000 tonnellate di Css rappresentano solo il 15% del totale dei rifiuti raccolti nel territorio di Veritas e ora devono essere inviate in altri impianti in Italia e all’estero, con ovvio aumento dell’inquinamento causato dai camion, dei costi legati alla tariffa di smaltimento e con peggioramento di ogni beneficio ambientale.
Tutto questo significa che l’82% delle 530.000 tonnellate di rifiuti raccolte nel territorio della Città metropolitana di Venezia e nel Comune di Mogliano Veneto è riciclato, il 15% (non riciclabile in nessun altro modo) recuperato sotto forma di energia e solo il 3% conferito in discarica.
Si tratta di un sistema che soddisfa pienamente il modello dell’economia circolare e che senza gli impianti di valorizzazione energetica già autorizzati potrebbe solo peggiorare dal punto di vista ambientale ed economico.
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