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Venerdì 19 Marzo 2021

Rifiuti

Nuovo metodo di calcolo della tassa/tariffa dei rifiuti deciso da Arera, l’Autorità nazionale di regolazione

Legambiente Veneto e i circoli Venezia, Riviera del Brenta, Miranese e Veneto orientale hanno di nuovo perso un’ottima occasione per tacere ed evitare una brutta figura.
Il motivo, questa volta, è il nuovo metodo di calcolo della tassa/tariffa dei rifiuti, deciso da Arera, l’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera), che, dopo le prime approvazioni, sembra che in pochi Comuni serviti da Veritas potrebbe provocare un aumento della Tari/Tarip. Gli stessi Comuni, comunque, potrebbero bilanciare gli aumenti – se non addirittura assorbirli – con la lotta all’evasione e all’elusione della Tari/Tarip, nella quale peraltro Veritas è impegnata.
In ogni caso, la fase di applicazione del nuovo metodo transitorio quadriennale è di competenza dell’Ente di Bacino e dell’Autorità nazionale Arera e non di Veritas, che deve essere rimborsata dei costi del servizio erogato.
Peraltro, è bene ricordare che da oltre due anni le tariffe ambientali nei Comuni di Veritas non sono state nemmeno indicizzate.
Come sempre accade, gli appelli delle locali Legambiente che riguardano i rifiuti sembrano scritti altrove. Infatti, si basano sulle presunzione di sapere e non sui fatti reali, spesso perfino sono contro la politica locale – come in questo caso - dal momento che accusano gli amministratori locali (quindi i Sindaci, peraltro componenti del Consiglio di Bacino e proprietari di Veritas) di guardare per ragioni elettorali più al risparmio che agli investimenti in qualità e sistemi spinti di raccolta dei rifiuti.
Legambiente dimentica nel 2020 la media di raccolta differenziata del territorio di Veritas ha raggiunto il 73,31% (+3% rispetto al 2019) e che ben 18 dei 34 Comuni serviti hanno superato l’80% di differenziata e altri 12 il 75%.
Ignorano poi che da due anni le tariffe dei rifiuti di Veritas non contengono alcun riconoscimento economico, nemmeno l’aumento Istat – che invece dovrebbe essere automatico – o gli aumenti provocati dalle oscillazioni del prezzo dell’energia e dei carburanti. Ovviamente, non si sono accorti che dall’1 gennaio la stessa Arera ha accordato un aumento medio del 5% alle tariffe del gas e dell’energia elettrica, da applicare su bollette ben più pesanti dei 227 euro che rappresentano la media annuale della Tari di Veritas, calcolata su famiglia di 3 persone in 80 metri quadrati.
Legambiente non ha nemmeno notato che le bollette medie di Veritas sono inferiori, ad esempio, a quelle della vicina Contarina, che gestisce benissimo i rifiuti in parte della provincia di Treviso, anche se con costi medi superiori e standard differenti. Rispetto alla media annuale dei vicini trevigiani, la Tarip mediamente applicata da Veritas (la cosiddetta tariffa a corrispettivo) è inferiore di ben 41 euro e la stessa Tari di 7 euro.
Certamente, l’unico aumento che i cittadini e le imprese veneziane potranno probabilmente vedere nelle future bollette (forse già nel 2022) sarà legato ai maggiori costi di smaltimento provocati dai ritardi e dai rallentamenti all’iter autorizzativo dell’impianto di Fusina che trasforma in energia il Combustibile solido secondario (Css) prodotto dal trattamento del rifiuto secco residuo raccolto nel nostro territorio.
Senza i ritardi provocati dai comitati del no – spalleggiati e sostenuti da Legambiente – le bollette sarebbero più leggere di ben 4 milioni di euro, una cifra molto più alta dei paventati aumenti causati dal nuovo metodo di calcolo di Arera.