Lo studio sulla raccolta della frazione organica nella città storica di Venezia evidenzia che attivare questo servizio provocherebbe un impatto ambientale peggiore rispetto al metodo attualmente utilizzato.
L’analisi, svolta da esperti indipendenti, dimostra che l’impiego di imbarcazioni dedicate esclusivamente alla raccolta dell’organico genera esternalità ambientali peggiori rispetto alla raccolta di questa frazione insieme al rifiuto secco residuo. Ecco il motivo per cui questa tipologia non viene ancora raccolta separatamente nel centro storico di Venezia.
Lo studio giunge a queste conclusioni, assumendo una serie di principi in realtà più ottimistici rispetto a ipotesi più realistiche.
Quindi, se si passasse dalla teoria alla pratica, l’impatto misurato dallo studio Lca (Life cycle assessment), già di per sé negativo, risulterebbe ancora peggiore.
Va inoltre sottolineato che Veritas non si sottrae alla raccolta della frazione organica nel Comune di Venezia, come qualcuno afferma, perché il territorio comunale comprende, oltre a Venezia, la Terraferma e le isole della laguna, Forse non è a tutti noto che al Lido e a Pellestrina, grazie alla possibilità di utilizzare camion e furgoni per la raccolta dei rifiuti, la raccolta dell’organico viene regolarmente assicurata, così come in Terraferma.
Quindi, solo Venezia e le isole di Murano e Burano scontano le esternalità ambientali che lo studio ha evidenziato; tutti gli altri territori registrano una raccolta della frazione organica tra le più elevate d'Italia, nonché la più importante pro-capite (dati ISPRA 2022).
C’è quindi un importante quantitativo di organico che nel territorio veneziano viene raccolto separatamente e successivamente avviato alla selezione/trasformazione, in compost per l’agricoltura e gas biometano utilizzato per la trazione automobilistica.
Da evidenziare, inoltre, che il rifiuto veneziano - anch'esso tracciato, come tutti quelli raccolti da Veritas nel territorio metropolitano di Venezia - viene sottoposto a continue analisi merceologiche che certificano la prevalenza dei materiali presenti. La particolarità di essere una città-capitale turistica evidenzia infatti una composizione dei rifiuti diversa rispetto ad altri territori: le frazioni prevalenti risultano la carta e il cartone e gli imballaggi di vetro plastica e metalli.
Questi materiali superano il 50% della quantità totale di rifiuto prodotto a Venezia, dal momento che il tipo di attività economiche e la frequentazione della città generano proprio queste tipologie che tuttavia, nonostante siano raccolte separatamente, non hanno ancora raggiunto le quantità attese. La raccolta differenziata è infatti arrivata intorno al 35% mentre potrebbe senza sforzi eccessivi raggiungere il 55%.
Questo non dipende dal modello di raccolta, ma dalla capacità dei cittadini e delle categorie economiche di separare meglio i rifiuti, già con il modello attuale. Peraltro, senza raggiungere questo importante risultato ambientale, sicuramente non sarebbe possibile modificare le frequenze di raccolta né immaginare l'utilizzo di ulteriori imbarcazioni per la raccolta dell’organico.
La logistica dei rifiuti a Venezia è particolarmente complessa, dal momento che deve essere garantita con una raccolta molto capillare e un trasporto acqueo in grado di trasferire i rifiuti negli impianti di trattamento e valorizzazione che si trovano a Porto Marghera. Questa attività, oltre a rispettare i ritmi e i vincoli morfologici della città lagunare, deve essere conclusa durante tutto l’anno in un arco temporale molto ristretto, non superiore a 6-8 ore, in sei giorni settimanali.
Per raccogliere separatamente la frazione organica, cercando di contenere gli effetti negativi di un’ulteriore raccolta (ore lavoro, consumi di carburanti, impiego di mezzi e attrezzature, etc.) si dovrebbe quindi ridurre la raccolta del rifiuto residuo. Questo vorrebbe dire che la raccolta del rifiuto secco residuo dovrebbe essere limitata a un paio di giorni a settimana (non più di 6 a settimana) liberando così spazi e barche da dedicare all’organico.
Anche in questo caso si dovrebbe puntare a 4-5 passaggi alla settimana, considerato che si tratta di frazione putrescibile, quindi maleodorante. Questo particolare, soprattutto nelle abitazioni del centro storico veneziano, non favorisce l'accumulo di rifiuti nelle case, ma il loro immediato conferimento, quando non addirittura devianze quali abbandoni o conferimenti impropri nei cestini pubblici o nelle calli. La raccolta, 6 giorni su 7 a settimana pur differenziata per gli imballaggi, è un servizio praticamente unico al mondo.
In sostanza, fino a quando a Venezia non sarà raggiunto il 50% di differenziata, non sarà possibile rimodellare gli spazi disponibili per introdurre la raccolta della frazione organica, stimata intorno al 20% del totale prodotto nel centro storico.
Lo studio di Lca considera quindi il diverso modello di raccolta necessario in condizioni ottimali e il suo esito, e non dimostra che l'impatto ambientale peggiorerebbe, salvo un consistente miglioramento dei livelli di raccolta differenziata attuali. Deve essere però noto che la raccolta dell’organico insieme al rifiuto residuo a Venezia non provoca alcuna penalità ambientale.
Questo perché questa parte di rifiuti viene trasferita negli impianti di Porto Marghera per la produzione del Css (Combustibile solido secondario) che da oltre 20 anni garantiscono il trattamento del rifiuto residuo che in ogni caso contiene sempre una parte umida.
L'impianto, infatti, oltre ad avviare al riciclo ceramiche, metalli e inerti presenti nel rifiuto residuo, è stato progettato per estrarre eventuali parti di plastiche ancora presenti, ma soprattutto per garantire la biostabilizzazione.
E’ un processo durante il quale il rifiuto rimane in alcune celle dove perde l’umidità che, opportunamente filtrata, torna in atmosfera come vapore acqueo.
In sostanza, questa umidità contenuta nei rifiuti è la stessa che tornerebbe in atmosfera associata al compost e/o alle parti di biometano. Il rifiuto biostabilizzato, a questo punto è composto merceologicamente per più dell'80% da biomasse (fibre, legno non riciclabile, carta e cartone non riciclabile, etc.) che costituiscono il combustibile solido secondario destinabile al recupero energetico.
Grazie alla piattaforma industriale di Veritas che si trova a Porto Marghera è possibile avviare all’effettivo recupero l’85% dei rifiuti urbani raccolti nel territorio metropolitano di Venezia e nel Comune di Mogliano Veneto (oltre 509.560 tonn nel 2022), mentre solo dal 12% non più riciclabile viene ricavata energia, avviando la transizione verso discarica zero.
Con questo modello solo il 3% dei rifiuti finisce in discarica, in netto anticipo rispetto al limito di utilizzo del 10% fissato all’Unione europea entro il 2035.
Lo scorso anno la prima linea del termovalorizzatore di Fusina ha prodotto 27 milioni di kWh, che per il 72% sono stati utilizzati per il funzionamento degli impianti, mentre il rimanente è stato ceduto alla rete nazionale, consentendo di soddisfare il fabbisogno elettrico annuale di oltre 2.500 nuclei familiari.
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Studio sulla raccolta della frazione organica a Venezia (4.24 MB) | 4.24 MB | 28/07/2023 |