Rifiuti
Veritas è la prima utility italiana ad aver tracciato nove filiere dei rifiuti, secondo la prassi nazionale UNI/PdR 132:2022, a partire dal conferimento da parte dei cittadini, fino alla raccolta, trattamento e infine riutilizzo o trasformazione dei vari materiali.
Un grande passo avanti verso il rispetto dei principi dell’economia circolare, la sostenibilità ambientale e la trasparenza nei confronti dei cittadini e del territorio. E anche un modo per calcolare le tonnellate di CO2 equivalente non emessa grazie al mancato utilizzo di materie prime e all’accorciamento delle filiere.
E’ stato un lavoro lungo e capillare, dal momento che un ente terzo ha tracciato i flussi di carta cartone e tetra pak, vetro, plastiche, metalli, frazione organica, verde sfalci e ramaglie, rifiuto secco residuo, legno e ingombranti raccolti nel 2022 nei 45 Comuni del territorio del Gruppo Veritas, cioè nell’intera Città metropolitana di Venezia e a Mogliano Veneto.
I processi sono stati quindi certificati per la prima volta in Italia secondo la prassi nazionale UNI/PdR 132:2022, in modo da consentire a Veritas di verificare il rispetto dell’obiettivo del 65% di effettivo recupero che l’Unione europea ha fissato entro il 2035.
Nel corso del 2022 Veritas ha dunque raccolto 509.565 tonnellate di rifiuti urbani, il 71,8% dei quali differenziati.
Tracciando le filiere è stato possibile certificare l’effettivo recupero e trasformazione in nuove materie prime seconde del 94% dei metalli raccolti in maniera differenziata, del 77% del vetro e del 97% della carta. Invece, la plastica duraè stata trasformata in nuova materia per il 70%. Il resto è diventata energia, dal momento che non tutte le plastiche sono riciclabili o possono esserlo anche a causa delle condizioni in cui sono conferite.
La frazione organica e il verde, le ramaglie e gli sfalci dei giardini raccolti in maniera differenziata sono stati interamente trasformati in compost o in biogas.
Il rifiuto secco residuo, dopo essere stato vagliato per recuperare tutto quello che era stato conferito per errore dai cittadini e che quindi poteva essere riciclato, nell’impianto di Fusina è diventato prima Combustibile solido secondario Css), poi energia elettrica.
L’82% del legno differenziato è stato utilizzato per realizzare nuovi pannelli per mobili e arredi per case e uffici, mentre il rimanente, costituito soprattutto da legno trattato, quindi non riutilizzabile, è diventato anch’esso energia.
Infine, dai materiali e rifiuti ingombranti è stato recuperato il 24%, soprattutto legno e ferro, ad esempio le reti dei letti.
Grazie a questi processi nel 2022 è stato possibile evitare l’emissione di 197.000 tonnellate di CO2 equivalente e già adesso – in anticipo di 13 anni sulla scadenza – rispettare le norme europee sulla reale percentuale di recupero.